Ogni volta che un ente pubblico o una società privata presenta una campagna pubblicitaria o una nuova brand identity, so già che mi devo preparare i popcorn per leggere la miriade di commenti (solitamente negativi) riguardo alle scelte che hanno portato al risultato finale.
Siamo un popolo di lamentosi, pure io lo sono 😉 ma credetemi che nel mio campo lo siamo di più , molto di più.
È normale che un professionista abbia un suo metodo per trasformare l’idea in un progetto concreto, ma molti pensano che il proprio metodo sia quello giusto, infallibile.
Le critiche che si possono fare sono di due tipi: quelle costruttive, atte a portare un contributo di miglioramento oppure per far entrare nel dibattito nuovi argomenti da trattare, e quelle che nascono dal ribadire la propria superiorità senza portare delle proposte alternative di miglioramento (anzi, molte volte si arriva anche all’offesa pesante).
Ci sono però situazioni nelle quali viene tanto da pensare, ma proprio tanto, chiedendosi come diavolo si è potuti arrivare a quel risultato che dovrebbe definirsi “professionale”.
Non so chi ha ideato il logo della Regione Sicilia, ma so che ha incassato qualche decina di migliaia di euro per la progettazione… E mi assalgono i dubbi.
I loghi sono tutti uguali
Prima di tutto l’accostamento con loghi già progettati e presentati che ci vengono subito in mente: per esempio EXPO e Regione Puglia.
Si è in preda ad una standardizzazione che non valorizza affatto le diversità dei nostri territori.
Cosa mi fa capire che questo logo rappresenta la Sicilia? Nulla, forse qualche colore, ma non c’è un tratto identificativo.
Stile multicolor, font non graziato e sovrapposizioni, questo è il trend di una delle nazioni più creative e belle al mondo? Potrei scriverci “New York”, “Bulgaria” o qualunque altra regione/nazione. Il risultato sarebbe lo stesso: l’appiattimento emotivo, che di base un logo non dovrebbe mai far percepire.
Il font
Bold, lineare, senza personalità. La regione del sole non può avere un logotipo così “austero”, non ne rappresenta affatto l’anima.
Probabilmente l’uso di un font semibold e con delle grazie avrebbe alleggerito il tutto.
La crenatura
La crenatura (o kerning in inglese) è la distanza tra le lettere di una parola.
Qui la crenatura è negativa. Non capisco perché questo sia diventata una moda, ma nel nostro caso le I sembrano blocchi di cemento impossibili da spostare, tra le quali la C deve convivere, quasi soffocata.
Penso che la crenatura possa essere usata in certi casi e per esprimere una serie di situazioni, ma molto dipende anche dalle lettere con le quali sono formate le parole.
La sovrapposizione
La crenatura comporta infine un effetto di sovrapposizione. Se si asseconda questa disposizione, viene a crearsi l’effetto di sovrastampa, nella quale i colori dei due elementi soprapposti si “mischiano”. Il colore che ne deriva non tiene ovviamente conto degli equilibri e dell’armonia cromatica dell’intero logo. Una soluzione potrebbe essere quella di riempire manualmente gli elementi intersecati con dei colori precisi e decisi precedentemente. In questo caso sembra che si sia scelta la strada più sbrigativa.
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Manlio Messina, assessore al Turismo Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, ha affermato che questo non è un logo, bensì una scritta. Su questa frase voglio soprassedere… Ha anche aggiunto che questo progetto è stato fatto in poco tempo e in periodo Covid e che di certo non lo useranno a vita.
Mi sorgono allora molte domande: Come si è fatto a spendere €30.000? Non si poteva aspettare che questo momento difficile passasse per dedicarsi seriamente alla creazione di un logo d’impatto, su misura e con tempistiche adeguate?
Quello che soprattutto non comprendo è la leggerezza con la quale vengono affrontate queste situazioni.
Il turismo dovrebbe essere il nostro fiore all’occhiello, ma molte volte lo trattiamo male. Inoltre questa è la prima immagine che diamo di noi al mondo, dovremmo curarla al massimo invece di accontentarci del “va bene così l’importante è farlo ASAP”.
Uh, devo andare a ricomprare i popcorn, non vorrei arrivare impreparato alla prossima presentazione!

Mi chiamo Mirco Baldocchi, ho 32 anni e vivo in provincia di Monza. Sono un Web/Graphic Designer con svariati anni di esperienza nel campo della comunicazione off-line e on-line.
Mi occupo di: Brand e Corporate identity, Comunicazione off-line e on-line.